La mia illustrazione dedicata ad Italo Calvino accompagnata da un breve testo per la mostra Caro Calvino alla Casa delle Letterature a Roma e per il numero monografico di Orlando esplorazioni, in occasione del 90° anniversario della sua nascita.
Amo
molto l'opera di Italo Calvino, direi anzi che ne sono stata molto
influenzata durante la mia formazione e ricerca personale. La mia
tesi di laurea all'Accademia era dedicata al concetto di leggerezza
e prendeva appunto le mosse dal testo preparato per un ciclo di sei
lezioni all'Università di Harvard previsto per l'autunno del 1985,
ma mai tenutesi per la morte di Calvino avvenuta nel settembre dello
stesso anno. I brevi saggi, dedicati a valori o qualità da portare
nel nuovo millennio, sono raccolti nel piccolo e prezioso volume de
Le lezioni americane.
Le
intuizioni e le immagini riportate da Calvino mi hanno accompagnata
nel corso degli anni, nella realizzazione di vari lavori, culminando,
nell'anno passato, nell'organizzazione di una mostra collettiva, da
me curata, dedicata proprio alla leggerezza (Segno di una notte
d'estate, presso la Libreria Linea 451 di Torino). Perché la
leggerezza? Per Calvino è la qualità che si oppone alla
pesantezza del mondo, alla sua opacità, rendendo possibili un altro
modo di leggere la realtà, una nuova capacità di analisi e
riflessione. Da qui il richiamo al personaggio di Perseo, “eroe
della leggerezza”, che “riesce a padroneggiare quel volto
tremendo (quello della Gorgone), tenendolo nascosto, come prima
l'aveva vinto guardandolo nello specchio”, poiché “è sempre in
un rifiuto della visione diretta che sta la forza di Perseo, ma non
in un rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato
di vivere, una realtà che egli porta con sé, che assume come
proprio fardello”. Altrettanto allusiva è l'immagine di Guido
Cavalcanti, che, in una novella del Decameron, intento a
passeggiare tra i sepolcri di marmo davanti a una chiesa, fugge gli
inviti dei coetanei della jeunesse dorée fiorentina,
librandosi con un salto su una pietra tombale “sì come colui che
leggerissimo era”. Calvino sceglierebbe come simbolo augurale del
prossimo millennio proprio “l'agile salto improvviso del
poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando
che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre
quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa,
aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte,
come un cimitero d'automobili arrugginite”. Per me sono
estremamente evocative le immagini figurali raccolte da Calvino, dal
pulviscolo di atomi al software, dai messaggi del DNA agli impulsi
dei neuroni, e ancor più quelle rintracciate nel mondo letterario,
Don Quijote che infilza con la lancia una pala del mulino a vento e
ne viene trasportato in aria, il passo danzante di Mercuzio, la luna
di Leopardi, l'isola volante di Laputa, il cavaliere del secchio
di Kafka, gli elementi minimi, “sottilissimi”, riconosciuti nei
versi del Piccolo testamento di Montale, una poesia che è
“una professione di fede nella persistenza di ciò che più sembra
destinato a perire, e nei valori morali investiti nelle tracce più
tenui”. Ricordo allora di dover portare sempre con me questi
elementi, con le letture de Le città invisibili, de Le
Cosmicomiche, di Marcovaldo..., e con grande piacere
partecipo a quest'iniziativa. Auguri Maestro!
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